Tra Distant e close reading

Statistiche e Annotazione

L’opera letteraria non può semplicemente essere compresa nella sua portata estetica e conoscitiva attraverso una radiografia neutrale, il testo letterario è un’urgenza, richiede un punto di vista, una «fusione di orizzonti» (Gadamer). Allo stesso tempo, però, la lettura dei dati lessicografici e l’analisi quantitativa dell’annotazione può darci un altro punto di vista, una prospettiva ‘eccentrica’ da mettere in dialogo con la lettura viva e ravvicinata.

Le Varianti in Numeri

0

Parole nell’edizione
del 1980

0

Parole nell’edizione
del 2012

0

Parole in meno nell’edizione
del 2012

0%

di parole in meno rispetto alla prima edizione

0

Parole cancellate

0

Parole aggiunte

0

Parole nell’80 poi sostituite

0

parole che le hanno sostituite

*Le statistiche sul numero totale di parole si basano sull’analisi dei testi attraverso Voyant tools, mentre quelle sulle parole variante si basano sul corpus annotato manualmente. La differenza di sei occorrenze tra le due dipende dalle permutazioni di parole non considerate nel nostro corpus perché non pertinenti all’analisi condotta.

L’Annotazione con le Marche d’uso

Una volta conclusa una prima ricognizione ‘a distanza’, alcune ipotesi – come la riduzione del lessico e la possibile semplificazione – richiedono una conferma attraverso una lettura puntuale del testo che trova il suo compimento nella codifica delle varianti. La marcatura è stata quindi progettata per validare o confutare le ipotesi desunte dal Distant reading, e così si è scelto di fare una marcatura sia linguistica che interpretativa: ogni lemma portatore di significato è stato descritto mediante la propria marca d’uso, (cfr. De Mauro) indicando per ogni capoverso il parlante, l’interlocutore e il tema. L’annotazione stand-off è sata realizzata tramite Euporia.

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*Per una migliore visualizzazione le statistiche della marca d’uso Fondamentale non è stata rappresentata nel grafico contando 1577 occorrenze in NR80 e 248 in NR12.

Semplificazione

Nel nostro corpus le parole maggiormente variate sono quelle con marca d’uso «Fondamentale», «Comune» e «Alto Uso». Per ognuna di queste marche le parole presenti nell’edizione del Dodici sono meno del 20% rispetto al corpus totale, valore che scende al di sotto del 10% per le parole appartenenti al lessico specialistico, letterario, di basso uso e obsoleto. Ciò significa che la pratica correttoria di Eco è caratterizzata sia da una riduzione del lessico in generale sia da una semplificazione del lessico più ricercato e letterario.

L’analisi tematica

L’annotazione tematica è stata svolta nel seguente modo: per ogni sequenza testuale variata (la sequenza è stata individuata nel capoverso) è stato descritto l’argomento della sequenza. Questi sono stati poi classificati in tre categorie (narrazione, descrizione e trattazione) che indicano la narrazione di un evento della trama principale, la descrizione di un personaggio o di un luogo, oppure la trattazione nello specifico un argomento erudito (attraverso il dialogo diretto o le digressioni del narratore).

L’analisi statistica che ne è seguita si basa sul numero assoluto dei temi delle sequenze variate e mostra come la maggioranza assoluta di varianti riguardino la trattazione erudita dell’eresia.

La Rete dei Personaggi delle Varianti

Nel grafo i nodi rappresentano i personaggi e la loro grandezza è proporzionale al numero di interazioni; gli archi sono orientati (verso il destinatario) e il loro spessore (o peso) è anch’esso proporzionale.

I personaggi che hanno più “peso” sono Guglielmo, vero protagonista della vicenda, e Adso (come personaggio). La cosa interessante è che il loro legame – nelle varianti – appare quasi a senso unico, con il primo molto più loquace del secondo, facendo emergere la dialettica insegnante-discepolo che contraddistingue il loro rapporto.

Si può inoltre organizzare il grafico in cinque aree ben distinte: la direttrice centrale che va da Guglielmo ad Adso; l’area dei narratori (accanto ad Adso) in verde; la zona dei personaggi esterni all’abbazia, la delegazione imperiale e quella papale in alto a sinistra; l’insieme dei frati dell’abbazia in basso a destra e infine l’area d’influenza di Bernardo Gui, l’inquisitore, che fa da trait d’union tra i personaggi esterni e quelli interni attraverso la centralissima scena del processo inquisitorio a Remigio e Salvatore.